02 - Via Abbadia
Il territorio non è pensato come un soggetto su cui far cadere lo sguardo,
Il percorso automobilistico sulla Montelabbatese ci consente solo uno sguardo fugace e distratto: percepiamo solo il paesaggio lontano (visione panoramica), mentre il primo piano si volatilizza (perdita del primo piano). Questa condizione fa perdere il senso di ciò che abbiamo intorno. In sostanza non facciamo esperienza del territorio
Avviandoci lungo via Abbadia, notiamo subito elementi di grande contrasto: l’azienda che ci ricorda il grande sviluppo industriale in un territorio agricolo che ha profondamente cambiato la sua natura, a destra lo sviluppo urbanistico legato alla industrializzazione della zona dell’Apsella e dall’altra della zona di Montecchio. Ma questa era una terra fertile, dono prezioso da offrire ai centurioni romani più meritevoli.
Nella Villa Miralfiore di Pesaro, nel Salone della Mappa (Sec. XVII - post 1618è presente una mappa che rappresenta una metafora concettuale di come veniva pensata la città ducale.
In questa mappa il punto di vista (a volo di uccello) è dal mare. All'interno della villa il dipinto è collocato nella direzione del suo punto di vista, così da permettere allo spettatore di gettare il proprio sguardo verso il territorio, avendo alle spalle il mare.
L'idea è quella di mettere in relazione la città al territorio e di mostrarne le caratteristiche: militari, economiche, artistiche, strategiche.
Il visitatore (in missione politica o per puro piacere) o il cortigiano stesso, vive percettivamente e interiormente un'idea precisa del territorio, contemporaneamente encomiastica e poetica: al diletto, dato dalla sua qualità estetica, nutrita di intenti conoscitivi e scientifici, è associabile la creazione del vero e proprio strumento simbolico di dominio e controllo del territorio, nonché la proiezione virtuale delle ambizioni politiche del committente.
Il Salone, e così la Villa, è contemporaneamente luogo di evasione e esercizio del potere. La sua decorazione, concentrata sulla mappa, impressiona gli ospiti (la carta è uno strumento nuovo e desta meraviglia soprattutto se così dettagliata e tridimensionale) e offre al duca un 'osservatorio' privilegiato sui suoi possedimenti reali e virtuali.
Il Salone diventa un luogo straordinario che raddoppia l'esterno: in quanto la Villa si trova in un punto che la mette in relazione con la città e il territorio, con una doppia funzione di letizia e produzione agricola, svago e rappresentanza. Inoltre, grazie alla sua collocazione, permette il punto di vista en plein air sulla città e sulla campagna. Fare il 'ritratto' a una regione, significava dare forma all'idea di possesso di quel territorio: possesso metaforico e concreto.
La rappresentazione cartografica ha un significato simbolico molto forte. La conoscenza scientifica utile a realizzare una carta era la premessa indispensabile per garantirsi l'accesso al territorio (utilizzandone le risorse, controllandone e regolandone lo spazio). Pertanto riprodurre quello spazio più aggiornato e tecnicamente preciso (scala topografica aderente alla realtà fisica) aveva il significato politico di affermare il proprio dominio.